Chiodo di garofano 

Detto anche Syzygium aromaticum o Eugenia caryophyllata, i suoi boccioli sono raccolti a mano due volte l'anno e vengono essiccati fino a diventare duri e di un color bruno scuro.
Le isole indonesiane Molucche o Maluku, divennero famose come isole delle Spezie dato che per quasi 2000 anni sono state l'unico luogo in cui si è coltivato chiodi di garofano, noce moscata e macis. I Romani ad esempio se ne servivano come incenso e profumo; mentre nel Medioevo divennero una spezia culinaria in tutto l'Occidente. Inizialmente fu Venezia ad avere il monopolio del mercato e solo in seguito, portoghesi, olandesi, spagnoli e inglesi. 
Lo si usa per prodotti odontoiatrici, nausea, cattiva digestione e infiammazione.
Ad oggi l'Indonesia è il maggior produttore, ma si coltiva anche in Madagascar, Tanzania, India, Sri Lanka e Pakistan.
Si abbina a liquirizia, noce moscata, cannella, pepe nero e cacao.

 


Noce moscata

La Myristica fragrans o noce di Mascate deriva da un albero sempreverde tropicale che produce due spezie: il macis, ovvero la membrana che riveste il nocciolo e il seme, cioè la noce moscata.
È originaria delle isole Banda, nell'arcipelago delle Molucche (o Maluku). All'inizio la spezia venne tenuta segreta dai mercanti per motivi economici; poi nel 1511 il Portogallo conquistò le isole e nel 1599 fu il turno degli olandesi; successivamente nel 1603, gli inglesi presero possesso di due delle isole Banda. L'Olanda stipulò allora un accordo con l'Inghilterra per riprendersi almeno una delle due isole, in cambio di un territorio nel Nuovo Mondo, che allora fu chiamato New Amsterdam, la nostra New York. 
Ad oggi è coltivata in tutte le isole Maluku, in Sri Lanka, nei Caraibi e in Sudafrica. Viene usata per scopi farmaceutici negli sciroppi per la tosse o come leggero analgesico, per mal di denti e dolori articolari. 
La si associa a cardamomo, chiodo di garofano, curry, zenzero, anice, aglio e ginepro.

 


Peperoncino 

Il Capsicum annuum o Capsicum frutescens ha un sapore piccante, pungente e fruttato. È detto anche "chili" e il suo principale composto aromatico è la capsaicina. Ne esistono circa 32 specie coltivate.
Per usi non culinari, viene impiegato in unguenti e pomate contro i dolori muscolari; mentre nella medicina ayurvedica, si usa per stimolare la digestione.
In Sud America i peperoncini si coltivavano sin dal 5000 a.C.
Già gli Aztechi, infatti, lo usavano in rituali magici e lo aggiungevano a bevande di cioccolato. Con la scoperta dell'America, Colombo riportò in Spagna la spezia scoperta e la chiamò peperoncino, poiché simile al pepe in quanto a calore. Successivamente, i mercanti portoghesi esportarono i peperoncini in India, Asia e Africa. 
È associabile con pepe nero, cannella, cardamomo, zenzero, lemongrass, cacao, cumino e curcuma. 


Cacao

Dal sentore terroso e floreale, il Theobroma cacao è una pianta dai semi grezzi che vengono lasciati fermentare per essere più gradevoli; poi sono fatti tostare e spaccati per prenderne l'interno.
Sono usati in medicina tradizionale come stimolante e in medicina moderna come cardioprotettore, lassativo e antisettico. Si tratta di una latifoglia sempreverde tropicale della stessa famiglia della malva. 
Il suo frutto è detto cabossa ed è una bacca che contiene i semi immersi nella polpa bianca. 
Della storia del cacao sappiamo che era già in uso presso gli Olmechi del Messico a partire dal 1500 a.C. Poi verso il 600 a.C. arrivò ai Maya dello Yucatan e presso gli Aztechi. Con le invasioni degli spagnoli del 1500 si diffuse anche in Europa, prima ancora del tè e del caffè. 
È associabile a peperoncino, zenzero, liquirizia, cannella, vaniglia e pepe nero. 


Curcuma 

Si tratta della curcuma longa, detta anche zafferano delle Indie. Di essa vengono utilizzati i rizomi freschi o essiccati e ridotti in polvere.
È della stessa famiglia dello zenzero ed è usata, in ambito non culinario, come colorante per tessuti e cosmetici; in medicina tradizionale, invece, come antibatterico e antinfiammatorio. 
La curcuma risale a circa 3000 anni fa e fu apprezzata per le prime volte dalla cultura indiana. Con le navi delle vie delle spezie raggiunse poi tutto il nordafrica e all'inizio del Medioevo, grazie ai mercanti ottomani, arrivò in Europa. 
In Inghilterra in particolare, si diffuse all'epoca dell'impero anglo-indiano. 
Essa è il principale ingrediente della polvere di curry e si associa bene con cumino, paprica, cardamomo, noce moscata, zenzero e pepe nero. 


Papavero

Detto anche Papaverum Somniferum o Papavero da oppio, è utile ad esempio per preparare un olio che si usa nell'industria cosmetica. Con le capsule, invece, si preparano analgesici e sedativi. 
Esistevano già coltivazioni di questa pianta al tempo dei Sumeri a partire dal 3500 a.C. e successivamente, gli Ittiti dell'Anatolia li usavano per fare il pane (2000 a. C.). 
Attraverso la Via della seta è stato portato in India e Cina. Il suo consumo prese nuovo vigore nel Medioevo, dopo essere diminuito con la caduta dell'Impero Romano.
Il suo nome è indicativo del fatto che da esso si estrae una droga, ovvero l'oppio e in particolare, dalla linfa delle capsule acerbe.
Si associa bene con liquirizia, cannella, alloro, coriandolo, sesamo e paprica. 
È nativo del Mediterraneo Occidentale e del Sudest asiatico; oggi è coltivato in Olanda, Francia, Turchia, Iran, India, Cina, (...).

 


Cumino

Detto anche Cuminum cyminum o Cumino di Malta o Jeera, viene ad oggi impiegato sotto forma di olio essenziale in profumi e farmaci veterinari. In erboristeria invece, si usano soprattutto i semi (tecnicamente i frutti) per favorire la digestione e contro la flatulenza. 
I primi ritrovamenti risalgono a 5000 anni fa all'interno delle piramidi egizie, poi Greci e Romani iniziarono a farne uso come condimento. 
Dal VII secolo il suo utilizzo si espanse in Nord Africa, Iran, India, Indonesia e Cina, diventando parte integrante di alcune miscele regionali di spezie come il baharat e il garam masala. Dal 1500 fu importato anche in America, soprattutto in Messico. 
È associabile con cannella e cardamomo, noce moscata, pepe nero, anice e nigella. Ha il sapore terroso e legnoso.

 


Rosa

Delle rose la qualità che si usa più frequentemente è la Rosa damascena o Rosa di Damasco. Ha un aroma floreale, muschiato e dolce. Dai boccioli e dai petali si ricava l'olio essenziale. In fitoterapia la si usa come antidepressivo, ansiolitico e antisettico. 
È originaria delle regioni dell'emisfero settentrionale, anche se probabilmente è nata in Cina circa 5000 anni fa. In seguito i Romani la coltivarono un po' ovunque e nel VII secolo si era già diffusa in tutto il Medio Oriente. Con le crociate la Rosa damascena raggiunse il nord Europa.
Oggi è coltivata in Turchia, India, Iran, Bulgaria e Marocco.
La si associa bene con lo zenzero, la noce moscata, la vaniglia, il chiodo di garofano, la cannella e il coriandolo. 


Nigella 

Dal sentore pepato ed erbaceo, è detta anche Nigella Sativa o Cumino nero. Essa è coltivata da oltre 3000 anni per i suoi semi. Diffusa tra gli Egizi, poi tra i Greci e gli Arabi, deriva il suo nome dal latino "Niger", ovvero nero. Già Galeno ne prescriveva i semi per il trattamento di raffreddore (anche allergico), disturbi digestivi (come il meteorismo), per favorire l'allattamento e combattere la dismenorrea. 
È usata come rimedio medicamentoso in tutto il sud Europa, Medio Oriente e Asia Occidentale.
È abbinabile al cumino, noce moscata, pepe nero, cannella e coriandolo. 
Dai semi si ricava un olio che è un potentissimo antiossidante, antibiotico e antinfiammatorio.
Oppure questi possono essere usati semplicemente per insaporire impasti di pane e prodotti da forno, carni o zuppe.

 


Mastice o Mastica di Chio o Lentisco

La Pistacia lentiscus, detta anche Lacrime di Chio, si caratterizza per l'odore di pino, resinoso e legnoso. Si tratta appunto di una resina che deriva dall'incisione della corteccia del suo albero. Essa cola pian piano e prende la forma di "lacrime". È usata nella medicina tradizionale come cicatrizzante e nella cura di gastrite e ulcere gastriche. 
I pezzetti più duri (o pietre focaie) sono usati come spezia; quelli più morbidi e grandi, detti vesciche, si masticano. 
La resina è raccolta solo sull'isola greca di Chio, dove è coltivata da oltre 2500 anni. Essa oggi detiene il marchio DOP ed è esportata soprattutto in Turchia e Medio Oriente. 
Si abbina con noce moscata, coriandolo, pimento, cardamomo, cannella, chiodo di garofano.

 


Anice

Detta pimpinella anisum o anice verde, è usata come rimedio per la tosse, flatulenza e cefalea. 
Secondo alcuni studiosi, gli antichi Egizi ne facevano già uso per curare i morsi di serpente. Furono però i Romani a renderla celebre con il vino speziato o conditum e i dolci mustaceoe. Nel Medioevo invece, era coltivata in tutti gli orti e fu allora che nacquero i primi liquori contenenti olio essenziale di anice: il raki turco, l'arrak arabo, l'ouzo greco, il pastis franco. 
È miscelabile con vaniglia, cacao, liquirizia, alloro, pepe nero, noce moscata o finocchio. 
La coltivazione è attualmente in tutta la zona di origine: Egitto, Medio Oriente e poi America Latina, India, Cina e Giappone!

 


Cannella 

Anche detta cinnamomum verum, la cannella vera o cannella di Ceylon è dolce, aromatica e calda. Si utilizza solo la corteccia essiccata dei teneri germogli, che vengono raccolti ogni 2 anni. Essa è originaria dello Sri Lanka, ma oggi si coltiva anche in Myanmar, Vietnam, Indonesia e nelle isole Seychelles.
Si ha prova della sua esistenza già sin dal 1600 a.C., quando gli Egizi la importavano dall'Asia per usarla come incenso o come spezia per imbalsamare. 
Si associa bene a pimento, pepe in granì, cumino, cardamomo, chiodo di garofano, anice e anice stellato. 
Per usi non culinari è impiegata in profumeria e come antisettico naturale.  


Cardamomo 

Innanzitutto dobbiamo dividere la trattazione in due parti: quella dedicata al cardamomo nero o nepalese e quella al cardamomo verde o vero.
Il primo (ovvero l'amomun subulatum) è una spezia dal sentore affumicato e resinoso, simile alla canfora. Le capsule di cardamomo nero possono contenere fino a 50 semi circondati da polpa zuccherina e sono grandi circa tre volte quelle del cardamomo verde. 
Fino al XX secolo è stato usato in Occidente solo in ambito cosmetico; ad oggi invece è coltivato nello Stato dell'India nordorientale e usato anche a scopo medicinale. È diffusa la coltivazione in Nepal, Bhutan, Bengala, Giappone e Russia. Può essere associato al cardamomo verde, alla noce moscata, cannella e coriandolo.
Si usa per curare mal di gola, disturbi gastrici e malaria.

Il secondo tipo di cardamomo è quello verde o vero (cioè l'elettaria cardamomum). È agrumato e floreale, con toni che si avvicinano all'eucalipto. I suoi frutti, ovvero le capsule, contengono 15/20 semi. Esso è usato in India per scopi culinari e medicinali da oltre 2000 anni. Ad oggi il maggior produttore è il Guatemala. 
Si associa in combinazione con cardamomo nero, alloro, noce moscata, zenzero fresco e lemongrass. 
È usato contro la tosse e in medicina ayurvedica per trattare la depressione.

 


Crea il tuo sito web con Webador